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La vita segreta di Marilyn Monroe, il prototipo di schiava del controllo mentale (Parte 1)

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Marilyn Monroe è forse la maggior figura iconica nella cultura americana e la sex symbol più famosa di sempre. Tuttavia, dietro il sorriso fotogenico della Monroe si nascondeva una persona fragile, che è stata sfruttata e sottoposta al controllo mentale da potenti handler. La prima parte di questa serie in due parti esaminerà la vita segreta di Marilyn, una schiava Monarch di Hollywood.

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Marilyn Monroe è la sex symbol definitiva, incarnando tutto ciò che Hollywood rappresenta: il glamour, lo sfarzo e il sex-appeal. Il suo personaggio ha rivoluzionato l’industria cinematografica e, ad oggi, è molto influente nella cultura popolare. Mentre Marilyn rappresenta tutto ciò che è glamour ad Hollywood, l’inquietante storia della sua vita privata rappresenta, allo stesso modo, tutto ciò che è oscuro ad Hollywood. Marilyn venne infatti manipolata da importanti “dottori della mente” i quali controllavano ogni aspetto della sua vita facendola sostanzialmente uscire di senno. La sua morte, alla giovane età di 36 anni è una delle prime “morti misteriose” nella cultura pop. Nonostante molte prove/fatti puntino all’omicidio, è ancora classificata come un “probabile suicidio”.

Mentre molti biografi cercano di spiegare i disagi di Marilyn attribuendoli a “problemi psicologici”, unendo fatti riguardanti la sua vita con dettagli che fanno riferimento al lato oscuro di Hollywood emerge un qualcosa di molto più oscuro: Marilyn Monroe fu una delle prime celebrità sottoposte al controllo mentale Monarch, un ramo della programmazione MK Ultra della CIA (per ulteriori informazioni su questo argomento, leggere il mio articolo intitolato Origini e Tecniche del controllo mentale Monarch). Attraverso il trauma e la programmazione psicologica, la Monroe divenne una marionetta di alto livello e l’amante di JFK.

Quando la programmazione della Monroe perse il suo effetto iniziando a “cedere”, secondo alcuni, fu “gettata dal treno della libertà”, un termine usato nella programmazione MK Ultra per designare gli schiavi che vengono uccisi quando non sono più utili (o potenzialmente pericolosi) ai loro gestori.

La prima parte di questa serie di articoli riguarderà la vita e la carriera della Monroe, una ragazza isolata la cui bellezza divenne suo malgrado una vera e propria maledizione.

I PRIMI ANNI

237marCANorma Jeane da teenager

Norma Jeane Mortenson ebbe una gioventù difficile e instabile. Non conobbe mai suo padre e sua madre era una malata di mente, la quale era incapace di prendersi cura della figlia. In “My Story”, Monroe scrisse di aver visto la madre “urlare e ridere” mentre veniva portata con forza ad un ospedale statale.

All’età di 11 anni, Norma Jeane fu messa sotto tutela dello Stato. Durante la giovinezza, visse in un totale di 11 case-famiglia e quando non c’era una famiglia adottiva a disposizione, finiva in orfanotrofio a Hollygrove (Los Angeles). Come se passare da una famiglia adottiva a un’altra non fosse già abbastanza difficile, Norma Jeane ricordò di essere stata trattata duramente da molte di esse. Ancora peggio, subì abusi in almeno tre casi.

Per esempio, a 11 anni, Norma Jeane fu adottata dalla migliore amica della madre, Grace McKee, e dal suo nuovo marito, Ervin Silliman “Doc” Goddard. Lì, il “Doc” la violentò ripetutamente, costringendo la giovane ad andarsene. In un altro caso, quando frequentava la scuola media, Norma Jean fu invitata a casa della prozia a Compton, California. Lì, uno dei figli della prozia abusò di lei, costringendola, di nuovo, a scappare. Ecco un altro resoconto degli abusi subiti:

“Disse di essere stata frustata da una madre adottiva per aver toccato ‘la parte cattiva’ del suo corpo. Un altro grave incidente si verificò quando aveva 8 anni. Una sera un inquilino che chiamò signor Kimmel (Marilyn in seguito disse che questo non era il suo vero nome) le chiese di entrare nella sua stanza e chiuse la porta dietro di lei. La abbracciò. Lei cercò di dimenarsi. Nonostante questo l’uomo raggiunse il suo obiettivo.

Quando la lasciò andare, le porse una moneta dicendole di comprarsi un gelato. La bambina tuttavia gettò via la moneta e corse a dire alla madre adottiva che cosa era successo, la donna fece finta di niente.

‘Vergogna, disse la madre adottiva. ‘Mr. Kimmel è un mio ospite. ‘

Norma Jean andò in camera e pianse tutta la notte.

Marilyn disse che si sentiva sporca e fece parecchi bagni nei giorni seguenti. Tali coazioni a ripetere sono un comportamento tipico delle vittime di un’aggressione.

Marilyn sostiene di aver iniziato a balbettare dopo l’incidente e che nei momenti di stess le ricapita. Quando raccontò ad un intervistatore dell’abuso, emerse questo fastidioso problema.

Le prove indicano il fatto che, l’aver subito degli abusi da piccola, fu la causa dei suoi comportamenti inappropriati da adulta.

- Daily Mail, “The magic red sweater that turned ‘Norma Jeane, string bean’ into Marilyn Monroe”

La gioventù instabile e talvolta traumatica di Norma Jeane la rese un candidato perfetto per la programmazione Monarch. Essendo sotto tutela dello Stato, non aveva una famiglia stabile.

“Alcuni bambini vivono in case-famiglia, con genitori adottivi, o in orfanotrofi, o con custodi e tutori. Poiché questi bambini sono in balia di adulti non correlati, spesso vengono venduti a delle agenzie di intelligence per divenire schiavi del controllo mentale. “- Fritz Springmeier, The Illuminati Formula to Create a Mind Control Slave

Il background di Norma Jeane la rese una candidata ottimale per la programmazione Beta (nota anche come programmazione Kitten). Essere inoltre una donna attraente e carismatica che cerca di farsi strada nel mondo dello spettacolo, ha dato un valore aggiunto al tutto.

“Beta è la seconda lettera dell’alfabeto greco e rappresenta i modelli sessuali e gli alterego che i programmatori stanno creando. In questo tipo di programmazione è coinvolta la parte primitiva del cervello. Un abuso precoce verrà utilizzato per ancorare questa programmazione. “- Ibid.

CONTATTI CON L’HOLLYWOOD OCCULTA

Prima di diventare famosa, Norma Jeane si faceva chiamare Mona e lavorò come spogliarellista in una casa di Burlesque a Los Angeles. Qui, incontrò Anton LaVey, l’uomo che più tardi avrebbe fondato l’influente chiesa di Satana. Secondo Springmeier, LaVey era un handler e la Monroe divenne una delle sue schiave “Sex Kitten”.

“Marilyn Monroe era un’orfana e, durante la sua infanzia, gli Illuminati/CIA la programmarono per essere una schiava Monarch. Prima di diventare attrice, mentre era ancora una spogliarellista, trascorse del tempo con il fondatore della Chiesa di Satana, Anton LaVey. Le vittime di LaVey fanno riferimento a lui come ad un handler del controllo mentale.”- Ibid.

La biografia di LaVey cita anche una “avventura” con la Monroe.

“LaVey avrebbe guadagnato soldi suonando l’organo a Los Angeles nei spettacoli burlesque, è proprio durante questo periodo che ebbe una relazione con un’allora sconosciuta Marilyn Monroe.” - Magus Peter H. Gilmore, Anton Szandor LaVey: A Biographical Sketch

laveymonroeAnton Lavey mentre visita la tomba della Monroe nel 1967

Nello stesso periodo di tempo, LaVey si frequentò con un’altra attrice: Jayne Mansfield. Il rapporto tra i due fu descritto come una “avventura”, la realtà, tuttavia, era qualcosa di molto più oscuro.

“Anton LaVey fu un handler per un certo numero di attori e attrici di Hollywood, tra cui Jayne Mansfield e Marilyn Monroe, utilizzate come schiave del sesso”. - Anton Szandor LaVey, Whale.to

tumblr_mdgcsiA1SZ1qcgenbo1_400Foto di Jayne Mansfield con Anton LaVey

Marilyn Monroe e Jayne Mansfield avevano molto in comune. Entrambe erano “bionde da urlo” (non naturali) e le si accredita per aver contribuito fortemente alla “sessualizzazione” di Hollywood. Entrambe lavoravano per Playboy, entrambe ebbero un’”avventura” con Anton LaVey ed entrambe ebbero una “relazione” con Robert F. Kennedy e John F. Kennedy. Infine, entrambe morirono prima dei quarant’anni.

UNA STAR CHE VIVE COME UNA DETENUTA

Un altro punto in comune tra la Monroe e la Mansfield è che facevano entrambe parte della Blue Book Model Agency. E’ lì che Norma Jean si trasformò nell’iconica Marilyn Monroe.

redsweatersycamorebranchatgenehansonskneeup__dg03126_12mar1946_18x22jpgQuando Norma Jeane fu assunta come modella, aveva i capelli rossi e ricci. Questa “ragazza della porta accanto”, subirà una trasformazione e incarnerà un nuovo personaggio di nome Marilyn Monroe.

Gli insider del settore convinsero Norma Jeane a sottoporsi ad interventi chirurgici, cambiare il suo nome in Marilyn Monroe e a colorarsi i capelli di biondo platino. La “nuova personalità” della Monroe le permise di recitare in diversi ruoli cinematografici dando inizio ad un cambiamento culturale.

gentlemen-prefer-blondes-marilyn-monroe-02_large_0Nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”, Marilyn battezzò il suo marchio di fabbrica ovvero la caratteristica pettinatura e il biondo platino. In questo film, interpretò il ruolo di una donna sensuale ma materialista che non ha paura di usare il suo fascino per ottenere ciò che vuole. Tale concetto verrà ripetuto più e più volte nella cultura popolare.

Norma Jeane utilizzò Marilyn Monroe come nome d’arte per diversi anni, ma nel 1956, compì una strana e altrettanto simbolica mossa: cambiò legalmente il suo nome in Marilyn Monroe. Il cambiamento riflette molte tristi verità della sua vita: In termini di controllo mentale, la sostituzione del nome in Marilyn Monroe rappresenta la soppressione della sua “vera personalità” in modo da consentire solo al suo alterego programmato di esistere. Marilyn era solamente ciò che “loro” volevano che fosse.

Come hanno rivelato diverse biografie, Marilyn non aveva quasi nessuna libertà personale. Non le era consentito avere contatti con la famiglia, e i suoi handler la isolarono al fine di controllarla ulteriormente evitando che delle persone “reali” la aiutassero a capire che veniva manipolata. Le uniche persone con cui era in contatto erano i suoi “psicologi” e i suoi handler.

“L’esistenza di Marilyn non somigliava a quella di una persona ricca, sembrava piuttosto una detenuta. A Marilyn non fu permesso di avere una vita privata, al di fuori dei dettami dei programmatori e dei suoi maestri. I programmatori controllarono così duramente Marilyn che più volte sfiorò la follia. “- Springmeier, op. Cit.

Marilyn veniva costantemente tenuta sotto controllo. Anni dopo la sua morte, fu ritrovata una quantità incredibile di apparecchiature di sorveglianza in una delle sue case.

“Nel 1972, l’attrice Veronica Hamel e suo marito divennero proprietari di una casa di Marilyn a Brentwood. Durante le operazioni di ristrutturazione, si scoprì un sofisticato sistema per le intercettazioni telefoniche che copriva ogni stanza della casa. I componenti non erano disponibili commercialmente nel 1962, si trattava tuttavia di “equipaggiamento standard” dell’FBI secondo un ex funzionario del dipartimento di giustizia. Questa scoperta supportò ulteriormente le rivendicazioni dei teorici della cospirazione secondo cui Marilyn fu sorvegliata dai Kennedy e dalla mafia. I nuovi proprietari spesero 100.000 dollari per rimuovere le microspie dalla casa. “- Fonte: IMDB

SOTTO L’INCANTESIMO DEI DOTTORI DELLA MENTE

Nel 1956, Marilyn si convertì al giudaismo e sposò il suo terzo marito, lo sceneggiatore Arthur Miller. A questo punto, le uniche persone nella vita della Monroe erano suo marito, il suo insegnante di recitazione Lee Strasberg e gli psichiatri Margaret Hohenberg, Marianne Kris e Ralph Greenson.

“La vita di Marilyn era incredibilmente monotona. Gli appuntamenti dal medico (ho appreso dopo che erano appuntamenti con lo psichiatra) e le sue lezioni di recitazione occupavano, nel complesso, quasi tutta la sua vita”.-  Lena Pepitone, Marilyn Monroe Confidential: An Intimate Account”

237px-Lee_Strasberg_LAT_1978Lee Strasberg, insegnante di recitazione della Monroe. Secondo Elia Kazan: “Possedeva l’aurea di un profeta, di un mago, di uno stregone, di uno psicoanalista.”

La prova definitiva che questi individui furono le uniche persone nella vita di Marilyn è il fatto che ereditarono la maggior parte della sua fortuna. Lee Strasberg ereditò il 75% del suo patrimonio, mentre il dottor Kris ottenne il restante 25%.

“Marilyn iniziò a frequentare Lee e sua moglie Paula Strasberg intorno al 1955, ben presto i 2 influenzarono pesantemente la vita della Monroe, manipolando quasi ogni aspetto della sua essenza.

Molti degli amici e dei colleghi di Marilyn osservarono il tutto e si sentirono a disagio, ma non riuscirono a fare nulla per aiutarla. Mentre era sposata con Arthur Miller, quest’ultimo cominciò a farle presente queste preoccupazioni.

Durante l’ultimo anno della sua vita vi furono segni che la sua fede nei Strasbergs si stava indebolendo e che non voleva più essere sotto il loro controllo.” - Loving Marilyn, Who Owns Marilyn’s Things?

Dopo la sua morte, il testamento di Marilyn venne contestato in quanto “condizionato” dai suoi handler.

“Il 25 ottobre 1962, il Los Angeles Times riferì che il testamento di Marilyn Monroe venne contestato dalla sua manager commerciale Inez Melson. La signorina Melson, la quale non era una beneficiaria del testamento affermò che Marilyn era sotto l’influenza indebita di entrambi Lee Strasberg e Marianne Kris al momento in cui il testamento fu redatto. “- Ibid.

Un’altra prova dell’eccessivo controllo di questi “dottori della mente”, sulla vita di Marilyn, è il fatto che il suo psichiatra, Ralph Greenson, fu colui che trovò la Monroe morta. Perché era a casa sua a tarda notte? Come vedremo nella prossima parte di questa serie di articoli, le circostanze della sua morte sono incredibilmente sospette.

In breve, come nel caso della maggior parte degli schiavi Monarch, gli handler di Marilyn erano preposti ad ogni aspetto della sua vita. Il contatto con i membri della famiglia era assolutamente vietato.

“Anche se Marilyn Monroe aveva una famiglia, i suoi medici, psicologi e trainer la isolarono. (…) I membri della famiglia Hogan, che vivevano nella zona di Los Angeles, tentarono di entrare in contatto con Marilyn Monroe dopo che divenne famosa, ma i loro sforzi furono ineluttabilmente bloccati. “- Jennifer Jean Miller, “Was Phenergan Marilyn Monroe’s Silent Killer, and Was She a Victim of Psychological Abuse, Medical Malpractice and Wrongful Death?”

Scollegata dalla sua famiglia e praticamente senza amici, la Monroe frequentava i suoi terapisti quotidianamente. Queste visite erano in realtà sessioni di programmazione? Una cosa è certa, più aumentavano le visite, più la Monroe peggiorava. Una considerazione particolare va fatta per “La Storia del Chirurgo”, un testo scritto dalla stessa Monroe.

LA STORIA DEL CHIRURGO

La storia del chirurgo è un testo, scritto dalla Monroe, in forma di poesia dove dice di essere stata sezionata da Lee Strasberg e dalla sua psichiatra Margaret Hohenberg. Mentre alcuni sostengono che questa storia sia il ricordo di un incubo, altri ricercatori affermano che in realtà sia la descrizione di una sessione di controllo mentale.

Il miglior chirurgo – Strasberg
mi ha sezionata ma non importa perchè il Dr. H
mi ha preparata somministrandomi dell’anestetico.
Ha anche diagnosticato il caso e
concorda su ciò che deve essere fatto -
un’operazione che mi farà tornare in
vita e che curerà questa terribile malattia
(…)

Strasberg mi ha sezionata dopo che il dottor H mi
ha somministrato l’anestesia cercando di consolarmi in termini medici -
nella camera tutto è bianco, non riesco a vedere nessuno solo oggetti bianchi

mi hanno sezionata.
e non c’è assolutamente nulla
Strasberg è
profondamente deluso, ma è ancor di più
stupito
di aver commesso un tale errore. Pensava
che ci sarebbe stato molto di più
di quanto avesse mai immaginato.
Invece non c’era assolutamente nulla
privo di
ogni sentimento umano
l’unica cosa
che uscì fu della segatura finissima come da una bambola
che si versò su tutto il pavimento e nel tavolo
il Dr. H è
perplesso
perché improvvisamente si è reso conto che si tratta di un
nuovo caso. Il paziente vive in un
vuoto completo
I sogni e le speranze di Strasberg sono state
distrutte.
I sogni e le speranze del Dott. H per una stabile
cura psichiatrica
sono svanite – Arthur è deluso.

In questa strana e inquietante storia, la Monroe descrive il fatto di essere stata drogata e sezionata dai suoi psichiatri. Afferma che “non le importava dell’operazione” perché era “preparata”. Era in procinto di dissociarsi? Disse anche di vedere “tutto bianco” facendo probabilmente riferimento alla deprivazione sensoriale – un metodo utilizzato nella programmazione MK Ultra.

Una volta sezionata, i medici trovarono solo “segatura finissima” “come da una bambola”. Queste sono le tipiche parole di uno schiavo MK che ha completamente perso il contatto con la sua vera personalità. Marilyn si percepisce come una bambola “vuota”.

Secondo Jason Kennedy, un membro della famiglia di Marilyn, la storia del chirurgo descrive le tecniche di controllo mentale come la deprivazione sensoriale e la somministrazione di droghe anestetico-dissociative.

“Le pubblicazioni on-line fanno riferimento alla “Storia del Chirurgo” come ad un sogno o ad un incubo. Anche una musicista, Annie Clark, si è ispirata alla poesia, credendo che Marilyn avesse scritto il testo in onore di Lee Strasberg.

Jason, d’altra parte, associò la poesia ad una reale esperienza della Monroe, in cui fu sottoposta a tecniche di controllo mentale per mano di Lee Strasberg e della Dr.ssa Margaret Hohenberg, quando venne “aiutata” dal duo, nel 1955, a superare i blocchi che la ostacolavano nella recitazione.

La loro metodologia consisteva nell’approfondire i ricordi dolorosi dell’infanzia di Marilyn Monroe, per trasformarla, a parer loro, in una grande attrice.

“Si tratto di un’operazione mentale”, disse Jason. “Non venne fisicamente sezionata, il processo fu psicologico.”

Affermò che il trattamento venne applicato per farle cambiare atteggiamento.

“Questo non ha niente a che fare con la recitazione,” continuò Jason. “Si tratta di pura e semplice estorsione, utilizzando tecniche di controllo mentale. Inoltre, “i farmaci utilizzati nel controllo mentale” erano solo un aspetto del processo. La deprivazione sensoriale, i farmaci anestetici dissociativi, e la guida psichica sono anch’essi parte del sistema. ”

- Ibid.

Che questa vicenda sia realmente accaduta o no, veicola tuttavia lo stato mentale di una schiava del controllo mentale, che è impotente contro i suoi handler e i loro tentativi clinici di programmarla e manipolarla. Purtroppo, vi sono stati anche altri eventi traumatici causati dai suoi handler.

TRAUMATIZZATA DAI SUOI HANDLER

Nel 1961, il Dr. Kris convinse Marilyn a farsi ricoverare presso il reparto psichiatrico del Payne Withney. Gli eventi che seguirono furono scioccanti considerando il fatto che Marilyn era una famosa diva del cinema – non, tuttavia, sorprendenti considerando il fatto che era una schiava del controllo mentale. Ecco cosa è successo nel reparto psichiatrico:

“Kris guidò Marilyn al New York Hospital—Weill Cornell Medical Center, con vista sull’East River sulla 68th Street. Avvolta in un cappotto di pelliccia e utilizzando il nome Faye Miller, firmò i documenti del ricovero. Al posto, però, di essere scortata in un posto dove poteva riposare, fu rinchiusa in una stanza imbottita presso un reparto psichiatrico. Più lei singhiozzava chiedendo di essere rilasciata, sbattendo le porte in acciaio, più il personale psichiatrico si convinceva della sua psicosi. Le fu fatta indossare una camicia di forza. Fu costretta a farsi un bagno e ad indossare un camice.

L’uno e il due marzo 1961, Marilyn scrisse una straordinaria, lettera di sei pagine al dottor Greenson dove descrisse vividamente il suo calvario: “Non c’era empatia al Payne-Whitney, mi interrogarono, dopo avermi messo in una ‘cella’ (fatta di blocchi di cemento) per i pazienti depressi e con disturbi gravi (mi sentivo in una specie di prigione per un crimine che non aveva commesso. L’inumanità lì aveva un sapore arcaico … tutto era sotto chiave … le porte erano dotate di finestre per cui i pazienti non avevano privacy.) ”

(…)

Uno psichiatra la visitò, sottoponendola ad un’esame al seno. Lei obiettò, dicendogli che si era fatta visitare meno di un mese prima, tuttavia non servì a nulla.

Quando si rifiutò di collaborare con il personale, “due uomini muscolosi e due donne enormi” la presero per le gambe e le braccia e la trasportarono in ascensore al settimo piano dell’ospedale. (“Devo dire che almeno hanno avuto la decenza di mettermi a faccia in giù …. piansi in silenzio per tutto il tragitto”.)

Le fu ordinato di farsi un altro bagno – il secondo da quando era arrivata, l’amministratore capo, poi, la interrogò. “Mi disse che ero una ragazza molto, molto malata e che lo sarei stata per parecchi anni.”

Il dottor Kris, che le promise di andarla a trovare il giorno dopo il suo confino, non si presentò e né Lee Strasberg né sua moglie, Paula, a cui finalmente riuscì a scrivere, poterono aiutarla, in quanto non facevano parte della famiglia. ”

- Marilyn e suoi mostri, Vanity Fair

Un altro aspetto meno pubblicizzato della vita della Monroe sono le due gravidanze fallite. Mentre la maggior parte delle biografie affermano che subì due aborti spontanei, alcuni resoconti suggeriscono che, in realtà, gli aborti furono provocati. Provocare l’aborto è una pratica comune nell’MK Ultra e, leggendo le parole di Marilyn, sembra che il suo bambino le fu portato via dai suoi gestori. Nel libro di Pepitone, Marilyn avrebbe parlato sulla sua gravidanza:

“Non prendete il mio bambino. Così presero il mio bambino… e non lo rividi mai più. ”

- Pepitone, op. Cit.

Il libro afferma in sostanza che Marilyn non subì un aborto spontaneo. “Loro” le portarono via il bambino.

“Dopo che Marilyn diede alla luce un bambino in buona salute le fu portato via e non poté più rivederlo. Molto probabilmente fu sacrificato. Marilyn aveva troppa paura e non fece domande”.

- Springmeier, op. Cit.

Secondo le sue biografie, Marilyn perse entrambi i suoi bambini all’ospedale policlinico, il luogo in cui, secondo Springmeier, venne programmata.

“L’operazione ebbe luogo presso l’Ospedale Policlinico dove Marilyn perse il suo bambino l’anno prima … Marilyn disse:”Tornare all’ospedale è un incubo … Dolore? Quale dolore? “. Per lei, l’unico dolore è l’aver perso il figlio ”

- Pepitone, op. Cit.

“Va fatto notare che tornò spesso al Policlinico. Le vittime della programmazione Monarch devono sopportare grandi quantità di orribili torture. Imparano a sopravvivere dissociandosi. Quando Marilyn dice: “Che cosa è il dolore?” Descrive perfettamente la sua risposta al dolore. Non poteva provare dolore, perché era dissociata. Alcuni alterego sono creati per “assorbire” il dolore, in modo che le altre personalità non lo provino”.

- Springmeier, op. Cit.

CONCLUSIONE

Nella prima parte di questa serie di articoli, abbiamo analizzato alla vita segreta di Marilyn Monroe. Marilyn non solo era completamente manipolata dai suoi gestori, ma veniva anche maltrattata e traumatizzata, al fine di “mantenerla docile” e rafforzare la programmazione. I fatti agghiaccianti citati sopra provengono da fonti diverse, ma, quando vengono affrontati nell’insieme, dipingono una triste, ma chiara immagine della vita di uno schiavo MK. Traumi, abusi, isolamento, controllo mentale e una costante sorveglianza facevano parte della vita quotidiana di Monroe.

Questo tipo di abuso richiede tuttavia un pesante pedaggio alle vittime, che dopo un pò, quasi inevitabilmente, collassano. A quel punto, gli schiavi del controllo mentale vengono “gettati dal treno della libertà”. Fu questo il destino finale di Marilyn?

Si conclude la prima parte della serie in due parti su Marilyn Monroe. Restate sintonizzati per la seconda parte, che descrive la sua vita come amante di JFK e le strane circostanze della sua morte. Esamineremo anche come sia diventata l’emblema della Programmazione Beta nel mondo dello spettacolo moderno e di come la sua storia si ripeta ancora e ancora.

Fonte

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